staseranoidavoi
Storia del teatro in appartamento
1. Dal mito alla realtà
Il teatro è la forma di interazione tra individui più antica del mondo. Esso è strettamente legato al mito, quindi alle feste religiose celebranti il ciclo delle stagioni. Numerosi sono i così detti “miti di fondazione del teatro”, tutti aventi come caratteristica che li lega, il diretto contatto dell’agente (l’attore) con il proprio corpo e la necessità, a volte il dovere, di arrecare divertimento a qualcuno. Basti pensare all’inno a Demetra di Omero, chiarificato storicamente da Clemente d’Alessandria intorno al 190.[1] Il mito racconta della dea Demetra e Baubo[2]. Demetra, addolorata per il rapimento della figlia Proserpina, abbandona l’Olimpo e vaga per la terra. Giunta ad Eleusi, viene accolta da Baubo la quale con motteggi osceni e vari scherzi la induce al riso e rasserena il suo cuore. Clemente d’Alessandria racconta anche che, dopo lo spettacolo, Baubo procede con un rito d’ospitalità e di gioiosa comunione che vede la degustazione di una bevanda, chiamata ciceone, a base di acqua, farina d’orzo e menta. Nel mito, vedremo poi che ciò accadrà anche nella realtà, l’aspetto della convivialità, del condividere un bene primario come il cibo con altre persone, diviene una sorta di fulcro per il teatro. Il luogo e il tempo dello spettacolo diventano spazio di condivisione tra persone tramite il dono dell’ospitalità, quindi il cibo diventa parte integrante del rito teatrale. Possiamo dunque affermare che, poiché esso è in stretto legame con la condivisione del cibo, il teatro è per l’uomo forza vitale. Anticamente, non solo in Grecia o a Roma, ma anche tra i popoli mesopotamici e dell’estremo oriente, le manifestazioni teatrali che coinvolgevano l’intera comunità erano legate al ricorso dei cicli stagionali. Questo legame assumeva un chiaro significato rituale e propiziatorio per celebrare e favorire il rinnovarsi del ciclo, alla cui regolarità era legata la sopravvivenza della comunità.
[1] DAINESE D., Il Protrettico ai Greci di Clemente Alessandrino. Una proposta di contestualizzazione, Adamantius 16 (2010)
[2] In Omero, questa ha nome Jambe. Nome di particolare rilevanza per gli studi teatrali in quanto ricorda il jambo, il metro della commedi greca.